Dichiarazione finale degli Stati Generali della sinistra

2 12 2007

Milano 1-2 dicembre. Come è stato nella partecipata e intensa assemblea dello scorso 4 ottobre, il processo costituente della Sinistra Unita e Plurale a Milano ha avuto in questi giorni degli Stati Generali una partecipazione grande e attenta da parte della Sinistra diffusa, dell’area metropolitana Milanese.

Il compito e le finalità poste possiamo affermare che sono state conseguite. Un risultato straordinario che non era scontato. Usciamo da questi stati generali con più idee, contenuti, con un retroterra culturale e politico che sostanziano il nostro agire politico e sociale. Usciamo con più determinazione politica. Grazie allo sforzo congiunto delle forze politiche della Sinistra e delle associazioni e dei movimenti, delle singole e dei singoli, il tavolo milanese degli Stati Generali si sente incoraggiato a continuare in questo lavoro.


L’intendimento iniziale dei promotori è stato di mettere in campo un processo aperto ma organizzato. Pertanto da oggi il tavolo continua il suo lavoro, garantendo nondimeno apertura e sollecitazione al protagonismo di organismi e di singole e singoli.

Tutto ciò è condizione necessaria affinché questo nuovo soggetto politico possa confrontarsi con le sfide politiche, sociali, culturali del nostro territorio dall’oggi e dal futuro.

Il tavolo dovrà garantire l’unità e l’elaborazione dei nodi tematici e al contempo, promuovere la loro ulteriore articolazione e il loro sviluppo.

Gli stati generali della Sinistra Milanese ci consegnano il successo di un modello pienamente federale, aperto e partecipato.

E’ questo il valore aggiunto che Milano porta all’assemblea di Roma.

Questo lavoro costituente è aperto e rappresenta una specificità milanese che crediamo debba essere valorizzata e accolta dal processo nazionale della sinistra unita e pertanto lo consideriamo un contributo per l’Assemblea generale dell’8 e 9 dicembre a Roma.

Il tavolo si impegna a individuare un luogo materiale e con grande valenza simbolica: la Casa della Sinistra nella quale forze organizzate e singole e singoli possano confluire e costituire l’asse portante di questo processo costituente.

Per essere all’altezza delle sfide e dei compiti che si dispiegano di fronte a noi, occorre un lavoro determinato e costante di tutte e tutti. Le forze politiche e di movimento nel tavolo hanno dato l’avvio. Occorre l’apporto di chi vuol essere protagonista di questo percorso che si pone l’obiettivo di unire e rinnovare la sinistra.

Una società di liberi ed uguali, una società felice è possibile. La sinistra, tutte e tutti, ci sentiamo impegnati in questo difficile, ma esaltante, compito.
I promotori degli Stati generali 


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Information

2 responses

4 12 2007
Pietro

ma quindi chiudete tutti la bottega? ottimo successo!!

Penati’s fan

17 12 2007
circolo Rosa Luxemburg PRCzona1 .milano

Considerazioni sugli Stati Generali di Milano emerse nel corso del direttivo del Circolo Rosa Luxemburg ( zona1 Milano) del 3/12/2007

In seguito allo svolgimento degli Stati Generali della sinistra nelle giornate del 1 e 2 dicembre, i compagni del Circolo Rosa Luxemburg si sono riuniti lunedì 3 dicembre in un direttivo aperto a tutti gli iscritti, per discutere dell’iniziativa, raccogliere le testimonianze degli iscritti che hanno partecipato all’evento, e formulare alcune considerazioni, proposte e critiche nei confronti dell’organizzazione, dei contenuti e della realizzazione dell’iniziativa.
Onde consentire che questo patrimonio di riflessioni e confronto possa essere messo a frutto in modo funzionale al percorso politico del nostro partito, abbiamo quindi deciso di impegnarci a riunire in un unico documento riassuntivo la molteplicità di posizioni politiche espresse nel corso della riunione stessa.
In seguito cercheremo di riassumere brevemente ciò che è emerso da questa riunione molto partecipata, che ha visto tutti i compagni presenti esprimere il proprio parere sulle questioni sopra menzionate.

Nel corso del dibattito è emerso un atteggiamento sostanzialmente positivo nei confronti dell’organizzazione di un evento come gli Stati Generali. La principale argomentazione in favore dell’organizzazione dell’evento è stata l’opportunità di confronto, attraverso gli Stati Generali, con esponenti politici e militanti di altre organizzazioni e partiti della sinistra. Gli Stati Generali sono stati percepiti come un’opportunità in più per esprimere una democrazia partecipativa, un percorso che ormai Rifondazione si pone come obiettivo da diversi anni.
E’ emersa inoltre con forza la necessità di uscire dall’attuale fase di sostanziale empasse politica attraverso nuove aggregazioni che possano contribuire a dare maggiore incisività alle battaglie di Rifondazione nella socità con la prospettiva di creazione di una sinistra in grado di contare maggiormente nelle lotte politiche e sociali.
Pur partendo da un atteggiamento sostanzialmente favorevole all’organizzazione dell’iniziativa, dal dibattito interno è emerso però un bilancio dell’evento piuttosto contradditorio, fatto di luci ed ombre.
Uno dei fattori indubbiamente positivi è stato l’elevata partecipazione, che, a dispetto delle analisi che fotografano una città sopita e poco interessata alla politica, ha nuovamente mostrato la voglia di fare politica e di aggregazione dal basso che pervade settori della società milanese.
Un altro fattore indubbiamente di grande rilevanza è stata l’importanza comunicativa dell’evento, percepito da molti come il percorso iniziale di un progetto politico di ampio respiro.
Interessanti e sostanzialmente positivi commenti hanno inoltre riguardato la funzione di condivisione di opinioni e di contaminazione ideologica e culturale insita nell’evento stesso. E’ stata sottolineata la potenzialità di questa condivisione e contaminazione nel dialogo tra le basi di partiti e movimenti di diverso background politico e culturale. In questo senso abbiamo trovato estremamente positivo che i gruppi di lavoro nati nel corso dello svolgimento degli Stati Generali abbiano deciso di aggiornarsi con la prospettiva di darsi una forma permanente.

Fino a qui sono stati sottolineati gli aspetti positivi dell’evento. Va detto che nel corso del dibattito sono emersi anche diversi aspetti di critica nei confronti dell’iniziativa, sia dal punto di vista politico sia da quello organizzativo.
Questi ultimi aspetti sono riassumibili nella critica rivolta agli organizzatori per la strutturazione dell’evento, in cui ha prevalso la forma di convegno rispetto a quella di forum. L’ottima idea di invitare esperti di diversi argomenti ad intervenire, intervallando così interventi più tecnici ad interventi squisitamente politici, non è stata sviluppata nella direzione giusta però per ragioni di tempistica e di scelta delle tematiche dei successivi workshop. I tempi dedicati ai workshop sono risultati infatti troppo ristretti (soprattutto nella giornata di sabato) ed hanno alla fine compresso i momenti di maggiore partecipazione dal basso all’evento, obbligando i workshop stessi a chiudere i lavori frettolosamente nell’urgenza di produrre un documento finale. Sarebbe stata auspicabile una gestione diversa della tempistica, magari attraverso un restringimento dei tempi dedicati alle assemblee plenarie ed un’allargamento dei tempi previsti per i workshop.
Inoltre abbiamo constatato una scelta sbagliata, a nostro avviso, delle tematiche in cui sono stati divisi i diversi workshop. Le tematiche sono risultate nella maggior parte dei casi troppo ampie, ed erano probabilmente meglio gestibili attraverso la divisione in sottogruppi, oppure la creazione di ulteriori altri workshop, con una conseguente maggiore possibilità di partecipazione della base ed una migliore definizione di ambiti d’azione futuri.
Gli aspetti di critica più “politici”, riguardano invece la mancanza di chiarezza del processo decisionale così come la sostanziale difficoltà nel definire gli obiettivi concreti dell’iniziativa, al di là della necessità di iniziare un percorso comune per incidere maggiormente nella società. A questo va ad aggiungersi la mancanza di definizione delle funzioni future dei gruppi di lavoro tematici e del loro ruolo nei confronti del soggetto politico che si va creando. Il timore che nasce da questa mancanza di definizione è quello di una assenza di corrispondenza tra il lavoro politico sul territorio svolto dai gruppi tematici e la linea politica tenuta dai gruppi dirigenti dei partiti e dei movimenti che fanno riferimento al nuovo soggetto che si intende costituire. Occorrerebbe, a nostro avviso, definire meglio questa relazione.

Una percezione generale molto negativa ha invece riguardato la scarsa partecipazione all’evento da parte dei giovani e dei migranti. E’ evidente che questo non sia imputabile agli organizzatori dell’evento stesso, va segnalato però che questa assenza non ha suscitato quegli interrogativi e quel dibattito che ci si potrebbe aspettare. L’assenza di rappresentanza proprio da parte di quei settori della società cui la sinistra deve dare risposte (i precari, che sono in larga parte giovani, ed i lavoratori immigrati) dovrebbe porre interrogativi importanti nel percorso di definizione di un progetto comune. La sensazione è che questi settori non si sentano oggi rappresentati pienamente dalle forze riunitesi in occasione degli Stati Generali, un dato preoccupante su cui occorrerebbe avviare immediatamente una riflessione, volta al futuro coinvolgimento proprio di questi soggetti.
Va inoltre constatata un’altra mancanza: la sostanziale assenza di processo inclusivo nei confronti di chi non appartiene a partiti o movimenti politici. La buona partecipazione agli Stati Generali è, secondo il nostro sentore, dovuta alla mobilitazione di partiti e movimenti, ma non è riuscita a generare interesse e partecipazione di soggetti esterni. Questo è un altro fattore di cui dovremo tenere conto in futuro, nel tentativo di colmare questa lacuna di comunicazione ed inclusione.

Alcune proposte emerse nel corso del dibattito interno al nostro circolo sono andate soprattutto nella direzione di assicurare una continuità agli Stati Generali, in modo da rendere permanente il confronto e la mobilitazione comune. In questo senso abbiamo accolto con grande favore l’apertura di un blog degli Stati Generali milanesi. L’uso dei blog potrebbe consentire una prosecuzione del dibattito iniziato nelle giornate del 1 e 2 dicembre, e consentirebbe di aggiornare il dibattito stesso in tempo reale in vista delle future riunioni dei gruppi di lavoro. Fondamentale è l’individuazione di alcuni referenti dei blog, che si assumano in futuro il compito di riassumere, in occasione dei gruppi di lavoro, il dibattito così come sviluppatosi nel blog stesso.
Come circolo abbiamo invece accolto positivamente il richiamo del workshop sul lavoro alla necessità di operare interventi incisivi nelle dinamiche sociali, nello specifico, ad esempio, attraverso l’istituzione di vertenze.

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